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Spedizione gratuita? Ok, posso aspettare un po’ di più.

Nel mondo dell’e-commerce non conta solo la velocità. A fare la differenza sulla bilancia del “clicca e aggiungi al carrello” sono i tempi di consegna, specialmente se si parla di spedizione gratuita.

Dati alla mano, secondo recenti studi statunitensi, infatti, sembra che molti customers siano disposti ad aspettare un po’ di più il loro ordine, a patto che sia una spedizione gratuita.
Secondo AlixPartners, per quasi i due terzi dei consumatori statunitensi, a fronte di un sondaggio di gennaio di quest’anno, il free delivery influisce particolarmente sulla scelta di acquistare o meno, preferendo aspettare anche fino a 4 giorni.

Secondo Comscore, società che analizza le ricerche via web, ha studiato in particolare le transazioni e-commerce avvenute nell’arco degli ultimi quattro anni durante il periodo che di norma vede la corsa agli acquisti natalizi, ovvero tra novembre e dicembre, deducendo che la maggior parte di queste transazioni, non a caso, ha incluso la spedizione gratuita.

Tra il 2015 e il 2017 gli ordini con spedizione gratuita si registravano tra il 67 e il 77%, a differenza dell’anno 2018, in cui questi ultimi sono saliti all’80%.

La voce degli analisti: “La spedizione gratuita è sempre stata il principale incentivo durante le promo delle vacanze, in particolare intorno al Cyber Monday, e gli acquirenti online si sono abituati molto in fretta a riceverla. Ad oggi, si aspettano la spedizione gratuita durante le vacanze per la maggior parte degli acquisti, e per questo motivo se non ritroveranno tale offerta alla cassa, abbandoneranno il carrello e si rivolgeranno alla concorrenza”, spiega Andrew Lipsman, analista principale di eMarketer.

Quindi, come customers, la nostra psiche è abituata a interpretare le spese di spedizione come un onere ingiustificato e “regalato” all’impresa. Perciò l’utente è sempre più convinto di non doverle pagare, persuaso di mantenere il vantaggio sul prezzo complessivo di acquisto rispetto allo
store fisico.
In buona sostanza, 
3 utenti su 4 non acquisteranno da e-commerce quando si accorgeranno di dover pagare le spese di spedizione.

Resta da chiedersi come le aziende riescano ad ogni modo a fare “fesso e contento” l’acquirente, rimuovendo dal suo carico le spese di spedizione pur mantenendo un buon margine di guadagno sulla transazione. Come dicevamo, la psicologia umana è il veicolo di qualsiasi azione da noi compiuta, figuriamoci quando si ha a che fare con le spese, ed è per questo che il marketing giocherà sempre il ruolo da ago nella bilancia, tra l’abbandono dell’acquisto e il click su “aggiungi al carrello”.

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