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Acque di sentina: come trattarle nel modo corretto

Ogni giorno, migliaia di navi viaggiano per tutto il mondo trasportando merci e persone, verso nuove o ormai storiche destinazioni. Vi siete mai chiesti, però, dove finiscono tutti i rifiuti prodotti da una nave? Nonostante possa sembrare una domanda superficiale, ci sono tante variabili da tenere in considerazione, soprattutto quando si parla di acque di sentina. A cosa ci riferiamo?

La sentina, giusto per capirci, è una specifica parte della nave, in particolare la più bassa dello scafo. Qui si raccoglie non solo l’acqua di mare, ma anche tutti gli altri liquidi di scarto quali lubrificanti, oli del motore, acque di residuo di lavaggi ecc. Ovviamente, parliamo di varie tipologie di liquidi che, onde evitare qualsiasi fenomeno indesiderato o addirittura pericoloso per la salute, vanno eliminati quanto prima, in tutta sicurezza.

Per questo, noi di Vinci & Campagna offriamo una serie di servizi in ambito portuale studiati su misura, compreso il recupero delle acque di sentina. Un’operazione questa che, per ovvie ragioni, richiede l’intervento di operatori altamente qualificati nel settore, pronti a gestire qualsiasi richiesta in tutta sicurezza.

Proviamo a scendere nei dettagli.

acque di sentina della barca

Come trattare le acque di sentina?

Come anticipato in apertura, nella sentina di una nave vanno ad accumularsi tutti gli scoli e l’acqua marina infiltrata. Insieme ad essa, però, si raccolgono anche tutti quei liquidi rappresentati da:

  • Oli lubrificanti
  • Carburanti vari
  • Acque nere o grigie
  • Acque di raffreddamento
  • Detergenti utilizzati per il lavaggio
  • Liquami arrivati dalle cisterne di sedimentazione e di decantazione, o dallo scarico di depurazione
  • E infine particelle di fuliggine e di sporcizia.

Ora. È chiaro che nessuno di questi liquidi può essere scaricato in mare. Sarebbe assolutamente dannoso per l’ambiente e pericoloso per l’uomo, oltre che fuorilegge per le normative in vigore. Del resto, la stessa International Maritime Organization (IMO) prevede delle regole piuttosto ferree in merito, utili per fare in modo che questo mix altamente nocivo abbia un contenuto residuo di olio sotto i 15 ppm. Valore che certamente richiede particolari tecniche di separazione e determinati costi per essere ottenuto.

Motivo per cui le acque di sentina devono essere raccolte e scaricate nei porti marittimi tramite le cosiddette pompe di sentina che, indirizzate verso una certa cisterna, vengono poi trasportate e smaltite nei centri di raccolta e stabilimenti autorizzati. 

Trattamento acque di sentina

La fase di smaltimento

Una volta scaricati nell’impianto di smaltimento autorizzato, le acque di sentina vengono sottoposte ad un procedimento di separazione che isola le sostanze oleose e nocive del composto liquido, così da favorire la corretta gestione. Gli oli, in primis, rappresentano il vero rischio per l’acqua marina e l’ambiente in generale, capaci di provocare enormi danni. Ecco perché le navi, di fatto, sono obbligate per legge a scaricare le acque di sentina affidandosi ad operatori specializzati, secondo normative ben precise.

Vinci & Campagna offre servizi in ambito portuale di vario genere, a partire dal trasporto autorizzato per spurgo, pozzetti, bunkeraggio e ritiro acque in tutti i porti della Sardegna. La nostra azienda è infatti autorizzata (art. 68 del Codice della Navigazione) a svolgere i seguenti servizi in ambito portuale:

  • Spurgo pozzetti da acqua e fango;
  • Trasporto di rifiuti liquidi/fangosi con autospurgo;
  • Trasporto di acqua industriale, ovvero l’acqua reflua o di scarico la cui qualità è stata pregiudicata dopo il loro utilizzo durante le lavorazioni;
  • Bunkeraggio a mezzo autobotte, inteso come quell’insieme di operazioni che riguardano il rifornimento di carburante garantito alle navi o agli yacht;
  • Ritiro acque di sentina, secondo le modalità indicate in questo articolo.

Hai trovato interessante questo articolo? Prova a leggere anche Bunkeraggio marittimo: cos’è e come svolgerlo in sicurezza

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